venerdì 31 maggio 2019

Torna da me

Torna da me amore.
Torna a rendere il mio sangue fluido, vitale.
Senza te è un grumo denso, avvizzito, e il cuore fa fatica a pomparlo.
Non posso credere che siano passati appena 7 giorni, a me sembra stia ricordando un'altra era.
Non ho voglia di "superare" questa giornata, vorrei rompermi l'osso del collo piuttosto.
Magari cercando di raggiungerti, che dolce morte, non trovi?
Sono stato buono, paziente, sopporto tutto come sempre.
Lasciami sfogare un poco su questo spazio bianco, solo un poco.
Mi venderei l'anima al demonio per averti qui con me ora, anche per pochi minuti.
Perché tu mi dicessi una frase bella, d'amore, con trasporto, anche per finta, purché sia una recita ben fatta.
Mi sono accorto oggi (si proprio oggi) che l'anima si inganna facilmente, così come i sensi.
Hai mai provato la sensazione d'essere travolti da un'ondata di calore guardando la foto di un sorriso e di uno sguardo che ti penetra? Quel sorriso e quello sguardo erano rivolti a chi la foto la faceva, o chissà a cos'altro, eppure guardandola senti che è a te che sorride, è proprio te che vuole.
è un inganno, eppure dona amore come, e a volte più, della realtà.
Ma ci tieni tanto a conoscerla? Non sai che un inganno anch'essa?
Sento freddo ora, ti prego, riscaldami.

a 2014

sabato 18 maggio 2019

L'anniversario di un giuoco

Me lo sono chiesto infinite volte,
da quando ti ho scontrata.

Se sia veramente questo,
un mondo grondante dolore,
l’inferno.
O, piuttosto,
uno senza bellezza.

Ho cercato di immaginarlo, sai?
Un mondo senza bellezza intendo.
L’inferno l’ho provato solo pensandolo.

Non è vero sia caldo,
è gelido.
Il dolore,
insopportabile,
insostenibile,
uccide,
è vero.
L’inferno non uccide,
preserva,
ha bisogno di te,
della tua sopravvivenza.
non cerca il tuo annientamento.

Non così il nostro cosmo,
creativo,
davvero così poco conservativo.
Plasma con il desiderio,
la passione,
ma soprattutto forgia attraverso il calore ustionante dei patemi.

Cos’è l’amore, in fondo, se non il più grande dei dolori?
Attraverso di esso l’universo rimescola le sue carte.

l’inferno ghiaccia,
il mondo brucia.
E crea, continuamente.
Vita?
Fine a se stessa?
No.
Penso sia la bellezza, il suo ultimo fine.
Anzi, ne sono sicuro.
Da quando ti ho scoperta,
mi è parso subito chiaro.

Ho voluto,
con tutto l'ardore.
Perire tra le fiamme del tuo sacro fuoco,
non sopravvivere tra i ghiacci dell’inferno .

Se tu sapessi,
amore,
quanti e quali cose ho visto con questi tuoi occhi.

Se tu sapessi,
com'erano belle .

Se tu sapessi,
quanto mi trafigge 
la tua bellezza,
questo 8 aprile.

a 8 Aprile 2015

giovedì 9 maggio 2019

Rassegnarsi ad esser vento

(Ti racconto qualcosa e questa diventa lontana, diventa una vita fa, di un'altra vita.
Finché non lo faccio è come sospesa, senza un passato e senza un futuro, è sempre adesso eternamente.
Ma senza confini, nella mente mia, ha l'oblio come destino)

Finisco il mio turno al primo lavoro, mi preparo ad andare al secondo.
Il trasferimento dall'uno all'altro lo faccio in scooter, di solito.
Sono nel giardino che apparecchio la sella con i guanti, il casco, portafoglio, cellulare, chiavi, occhiali e tante altre cose, controllo che ci sia tutto, una check list necessaria perché mi dimentico spesso qualcosa che risulterà fondamentale di li a poco.
Con la coda dell'occhio intravedo una signora entrare, vestita di nero e grigio, capelli grigi, passo indeciso, a tratti infermo.
Si guarda intorno come a ispezionare, non va verso la reception decisa, capisco che non è una cliente, non ha bagaglio ma solo un vecchio libro un po' ingiallito, di quelli che si trovano nelle bancherelle per pochi centesimi.
Non riesco a leggere il titolo.
C'è una dependance nel giardino, la camera 107, ha un piccolo patio appena fuori la porta della camera con una sedia di ferro bianco ed un piccolo tavolino anche lui di ferro, entrambi un poco scrostati.
Si guarda ancora intorno, soprattutto guarda per aria, i grandi rami che incombono sulla sua grigia testa, forse li trova una minaccia, poi si siede sul freddo ferro non ingentilito da nessun cuscino.
Apre placida il libro ed inizia a leggere.
Non può stare li, si è accomodata in uno spazio riservato all'ospite della camera 107, non so se sia dentro, non lo ricordo, ma non può stare li.
Io devo andare, che faccio?
Faccio finta di non averla vista e me ne vado?
Non sembra un gran pericolo, neanche un gran fastidio, ma li non può stare.
E poi credo che se andassi via qualcuno glielo farebbe notare in maniera poco delicata.
Meglio saperlo da me con il mio tatto che saperlo da altri.
Mi avvicino e le dico "signora non può stare qui, è riservato alla camera, davanti l'entrata ci sono altri tavolini disponibili, li può leggere più comodamente"
La signora alza la testa distrattamente, ma sembra non vedermi, non mette a fuoco la mia figura, mi attraversa il suo sguardo che si perde in un punto lontano e indefinito, come se fosse stata distratta da una folata di vento.
China di nuovo il capo e ricomincia a leggere, ma in realtà sembra che non legga, anche sul libro gli occhi fissano un punto qualsiasi, una o due lettere di poche parole che il destino ha adagiato li.
La lascio stare, torno allo scooter e mi vesto per il trasferimento.
Accendo il motore e subito dopo vedo che si rialza, imbocca placida il vialetto di uscita per andarsene, mi viene un senso di colpa per averla disturbata, ma in realtà sembra più delusa da questa piccola oasi che disturbata o seccata dal mio intervento.
Mi passa accanto, ancora come fossi vento.
Sembra non riconoscermi come una persona, ma appena mi passa a pochi centimetri, quando ormai m'ero rassegnato ad esser vento, mi rivolge la parola senza guardarmi
"non riesco a trovare un posto per leggere"

Ma io non lo so, se l'ha detto a me, o sussurrato al vento.

Non trovare un posto per leggere è orrenda condizione, ben peggiore di quella di non aver il tempo di leggere.
Ho capito che, anche io, con te, sto cercando un posto, 
per leggere.
Un posto che non è luogo fisico.

Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi.
(Khalil Gibran)


Se ti incontrerò

Quando i sentimenti sono troppo grandi, le emozioni sono troppo violente, l’anima inibisce il linguaggio, o lo rende scoordinato, più cerchi...