sabato 12 ottobre 2019

Una lettera

“Cara #,
spero di non essere invadente, scrivendoti.
Innanzitutto volevo dirti che mi sono dato una calmata, e sono rientrato nei ranghi.
Sto bene e sto cercando di smaltire le incombenze quotidiane che ho trascurato in questi ultimi giorni.
Non so se sarai più infuriata, delusa, preoccupata o angosciata nel sentirmi, magari tutte insieme.
Spero però ci sia almeno un poco di gioia: in caso contrario scriverti è stato l'ennesimo errore, e me ne rammarico.
Vorrei spiegarti alcune cose, farlo non è facile per niente e interpretarle male è un battito di ciglia, ti chiedo quindi di ascoltarle col cuore più che con la testa.
C'è una cosa con cui devo fare i conti tutte le mattine, quando apro gli occhi, e tutte le sere, quando li socchiudo.
Non sono unico e speciale in questo, tante persone fanno come me.
Male di vivere, non so se hai presente di cosa parlo: mi risveglia, ogni mattina, l'angoscia di azioni sempre uguali.
Subito dopo resetto la mente, e lo spirito, affinché chi mi circonda non abbia il minimo sospetto della larva famelica che mi divora.
Però non vorrei tu ti facessi un'immagine distorta di me, visto da fuori non sono un musone o un indolente, né uno che se ne sta da parte a rimuginare sulle cose: sono iperattivo, curioso e di compagnia, sempre.
Vado avanti a sopportare tutto quello che di brutto mi tormenta senza ben sapere perché.
Anzi lo so: vivendo mi prendo cura di coloro che amo, morendo li farei soffrire.
Da un lato è un bene perché da senso al quotidiano, dall'altro è un cappio che stringe lentamente, e mi toglie la libertà di immaginare quanto dolce possa essere la resa ai miei incubi.
Quando resistere al dolore amplifica il dolore, morire può sembrare il migliore dei mali: questo desiderio mi ha assalito, un paio di volte, non voglio nascondertelo.
Resistergli è stato devastante esattamente quanto tentare di abbandonarsi ad esso.
Ci sono però alcuni momenti in cui l'oscurità è squarciata da un lampo, improvviso, prima che tutto torni buio.
E' un battito d'ali di colibrì, un istante talmente rapido che quasi credi di averlo immaginato, sufficiente però a indicarti una direzione, qualcosa da cercare, magari a tastoni, qualcosa che hai intravisto attraverso quella sottile lama di luce.
Quel lampo per me sei stata tu.
Lasciarmi vincere dal desiderio di amarti mi ha dato nuova vita, anche se non avrei dovuto farlo.
E' stata una liberazione.
Sapevo sin dall'inizio che non avrei potuto avere in cambio nulla, mi bastava che accettassi il mio amore, che un po' ti lusingasse.
Certo, desiderare tanto una donna e non poterla avere è un dolore esso stesso, a dire il vero molto più forte di quanto ricordassi, ma è un dolore sano, come quando il sangue ricomincia a scorrere in una mano assiderata.
E' uno spasmo intenso, pungente, ma è anche vita che ricomincia a pulsare nelle arterie dopo il torpore.
In preda ai tormenti da innamorato non corrisposto mi sono dimenticato dei miei demoni, scacciati da un sentimento più forte rispetto ad ogni altra cosa.
Gli incubi ricorrenti hanno l asciato il posto ai sogni che ti riguardavano, è questo, credimi, è stato un miracolo.
Sapevo che non avrei potuto tenerli stretti a lungo nel petto, in quanto non riguardavano la mia donna: questo, e solo questo, mi è pesato.
Non avrei potuto innamorami a comando di una persona qualsiasi, pensare che mi sarei potuto invaghire di chiunque è la cosa più lontana dal vero che ci sia.
Ti ho sempre trovata interessante, desiderabile, conoscendoti l'ho pensato ancor di più: altro non ho fatto che lasciarmi andare, invece di reprimermi come di solito molto ragionevolmente faccio.
Il fatto di non averti mai toccato da più valore al mio sentimento invece che sminuirlo.
Ma adesso, come ti dicevo, tutto è rientrato.
Sono in grado gestire il mio cavallo selvaggio e so come trattarlo quando è imbizzarrito: gli ha fatto bene scatenarsi un poco, tenerlo legato anche questa volta l'avrebbe condannato a morte certa.
Il pensiero che io t'abbia fatto del male con il mio atteggiamento da pazzo furioso mi distrugge, ma non credere che il mio amore valga meno di altri, solo perché proviene da una persona squilibrata: tutti i veri amori sono forme di pazzia, l'amore non alberga nella ragione e nel dominio, ma nella follia e nell'impotenza.
Non temere mai che io stia male a causa tua: la forza che avverto oggi, mentre scrivo, è a te, e a te sola che la devo.
Quindi sto bene, e sono sereno.

Bacio la pioggia che bagna la pelle sottile dei tuoi polsi.

unknown 2014

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti incontrerò

Quando i sentimenti sono troppo grandi, le emozioni sono troppo violente, l’anima inibisce il linguaggio, o lo rende scoordinato, più cerchi...