giovedì 25 giugno 2020

Gli stessi bicchieri

La neve che si srotola come un tappeto gelido fuori dal finestrino mi ha sciolto il cuore.

Siamo stati tutti piccoli ostaggi dei nostri adulti
in giro per luoghi che ci hanno lasciato in apparenza indifferenti
e che invece hanno scavato sotto le nostre vene cunicoli e tane in cui riporre la loro magnificenza
ripiegata con cura
fino a quando non fossimo stati pronti ad indossarla ancora

-----------------------------------------------------------------------------

Avevo due fratelli. 

Uno timido, silenzioso, faticava a guardarmi negli occhi
l'altro istintivo.
Uno suonava il xilofono, l'altro il clarinetto.

Abbiamo passato molto tempo assieme
bevuto inconsapevolmente dagli stessi bicchieri, con cui i nostri adulti tentavano di farci ammalare 
di quelle malattie infantili che vanno prese
e che io, a quell'età, non presi.

Li osservavo, era così interessante la loro diversità.
Se le davano, a volte, di santa ragione,
separarli, prima che grossi segni rossi apparissero sui loro bei visi, era assai arduo.

Amavo, riamata, uno di loro
un sentimento a me sconosciuto.

Quel giorno vennero insieme a bussare alla mia porta per andare a giocare,
ma io fui addobbata a festa per andare in un posto.

La mia memoria mi gioca, a volte, brutti scherzi,
ma niente può dinanzi allo stupore di quei 4 occhi che si sono arpionati a me come artigli
e che mi hanno accompagnata attraverso le mie ere.

Uno dei due si è lasciato sfuggire "sei bella, sembri una principessa".
Impensabili, fino ad ora, simili parole da quelle giovani labbra
e a pronunciarle era colui per il quale il mio cuore inconsapevolmente palpitava.

Per poco non esplose.

Un giorno scoprii che per me litigavano,
che ero, inconsapevolmente, causa dei loro parapiglia.

Uno dei due, piangente, mi disse "A te piace lui perché è più bello, ma sappi che io sono più buono".
Così lo scoprii.

Aveva torto perché erano (e sono) belli entrambi, di una bellezza delicata.
Aveva ragione perché a me piaceva chi diceva lui
e soffrii della sua sofferenza
della competizione
della sconfitta.

Da allora nascosi ogni mia pulsione, ancor di più di quanto già facessi, agli occhi di entrambi. 

Non volevo più lacrime 

Non volevo altro dolore

di cui essere artefice.

e 2020


Per qualche oscuro motivo
i tuoi ricordi
sono l'unica cosa alla quale riesco ad aggrapparmi
per non cadere

domenica 7 giugno 2020

Eden


Le camere buie e senza ospiti
i corridoi silenziosi
in cucina giacciono le ultime stoviglie
in attesa d’esser lavate
per l’ultima volta.

Piante e fiori crescono rigogliosi
si impadroniscono delle terrazze che conoscono solo i passi felpati dei gatti
e lo sbatter d’ali dei gabbiani.

Giù in fondo, al pian terreno
nella reception polverosa e poco illuminata
scrivo email incomprensibili.

Cerco affannato sulla tastiera lettere che non ci sono
quelle poche volte che le trovo il monitor ne rivela delle altre al loro posto
penso di aver sbagliato a digitare, torno indietro e cancello
digito di nuovo ma niente
compare sempre un’altra lettera.

Le lettere già digitate cambiano di posto, si mischiano, si ricombinano
confondono ogni senso che avrei voluto dare
se un senso c’era nella mia testa
perché ora non mi viene in mente.

Da quanto tempo sono impegnato in questa inutile attività?
Non ricordo neanche questo
ma è comunque trascorso il tempo necessario a sopprimere ogni fine
l’attività  diventa lo scopo.

E' così che diventa infeconda la vita
giorno dopo giorno
ora dopo ora
la meta di se stessa.

Ma poi succede qualcosa
si affaccia inatteso il “primo” cliente
come Adamo nel giardino dell’Eden

D’incanto i corridoi si illuminano
salta fuori il personale dal nulla
è tutto un fermento, un affannoso preparativo per l’illustre ospite
che risulta odioso, invadente, maleducato.

Scorrazza per l’Eden senza rispettarne le regole, come fosse il padrone
come lo fosse sempre stato.

Io sono qui da tempi immemorabili
non posso credere che a questo era destinata la mia eterna angoscia e solitudine.

Ad accogliere la tua malacreanza
e quella della tua detestabile compagna.


https://www.youtube.com/watch?v=5-IxkvaXlzE

Stamattina non era un Eden
e non era l'inferno

Avrei preferito lo fosse

Non sarebbe stato tanto misero

Se ti incontrerò

Quando i sentimenti sono troppo grandi, le emozioni sono troppo violente, l’anima inibisce il linguaggio, o lo rende scoordinato, più cerchi...