giovedì 27 giugno 2019

La materia di un Dio indisponente

Era una vita senza l'altezza delle montagne
senza il silenzio delle sue nevi.

La mia inquietudine germinava dalla ricerca di qualcosa che non conoscevo,
dall'inseguire una materia che non sei neanche sicuro che esista

Se un Dio dispettoso ti trapianta il desiderio di qualcosa che lui può si amministrare
ma tu non riesci neanche a sognare
allora puoi anche impazzire

La prime volte ti ho tanto osservata
poi ti ho riconosciuta

la materia di un Dio indisponente
senza la quale non sopravvivi, se non dolorosamente


(Allora immaginati che ora sei condotta di fronte ad un tribunale, un tribunale che non riconosci ma che è ugualmente competente su di te, ha l'autorità di giudicarti e la forza di applicare le pene conseguenti senza il tuo consenso.
Questo tribunale ti condanna a non poter più godere della vista di una montagna, né della neve o del ghiaccio.
Non ti è concesso neanche l'inverno, mai più, nè l'autunno.
Ora tu passerai tutta la tua vita vivendo una calda estate, senza affrontare dislivelli, in un'eterna pianura sopravviverai.
Troverai altre cose alle quali aggrappare il tuo interesse, la tua curiosità, però sempre presente sarà in te la mancanza, il vuoto lasciato da ciò che hai amato e, un tempo, conosciuto.
L'assenza  sarà a volte molto forte, quasi insopportabile, dipenderà dai periodi, dagli umori, a volte riuscirai a tollerarla egregiamente, ma mai ti abbandonerà la malinconia.
Ora però immagina un'altra cosa, immagina che le stesse cose ti siano private, ma senza che tu le abbia mai conosciute, tu non sai cosa sia una montagna, tu non conosci la neve, non l'hai mai conosciuta, ma non intendo di persona, toccata con mano, intendo che ne ignori l'esistenza stessa.
Mai vista in un film, mai letta in un libro, mai sentito parlarne da nessuno, in nessun luogo.
Vivi la vita di prima, su descritta, solo che il tuo disagio, la mancanza di qualcosa che hai nell'anima, non trova una giustificazione non sai cosa ti manca, perché non lo conosci, conosci solo il vuoto che ti lascia, un grande vuoto nel tuo stomaco, che non si riempie col cibo, nè con le altre cose che conosci.
A volte ti credi pazza, mal fatta, difettosa, perché questa grande fame di cose che non esistono assomiglia molto ad una malattia della mente e dell'anima.
Da un certo punto di vista è però meno doloroso, perché non sai di cosa sei stata privata, se lo sei stata.
La malinconia è assente, non ci sono ricordi dolci che ti cullano e ti schiaffeggiano allo stesso tempo, ma il vuoto è più penetrante, è come un topo nella pancia che ti divora le budella dall'interno, è irrequieto perché cerca la materia che lo sfama e, non sapendo cosa o quale sia, mangia ogni cosa, anche se stesso
Solo quando la incontrerà e la riconoscerà saprà che era lei, lei che mancava.....ora però si apre un'altra fase, la fase della paura, paura di perderla, e dopo averla persa diventar per sempre malinconici.
Né altezze, nè silenzio, nè neve, era per spiegare a te di cosa ho bisogno.
Tu non sarai mai me finché non saprai cosa sei tu per me, e non saprai mai cosa sei per me finché non sarai me.
In fondo non sai neanche cosa sei tu, perché non puoi sapere cosa rappresenti, non sai cosa sei per gli altri, neanche se te lo spiegassero con tutte le parole del mondo.
Anche le montagne ignorano, in parte, che cosa sono,
perché mai si sono specchiate negli occhi tuoi che le guardano.)


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