Davanti a monitor che inquadrano corridoi infiniti,
sempre uguali,
senza vita,
il giorno brulicanti di colletti bianchi,
uomini e donne che scorrono in loro come linfa vitale,
ho il compito di vegliare la notte,
che niente disturbi il loro riposo,
che nessuno violi i loro segreti.
Turni lunghi un’intera oscurità.
Nella solitudine più severa,
sono un registratore "mangianastri",
di quelli di una volta, con la doppia cassetta,
lasciato acceso a registrare il silenzio di una stanza deserta.
Il tasto REC col suo “clang” metallico inizia la memorizzazione sul lungo nastro magnetico,
sono pronto a scoprire cosa succede in una stanza deserta che pensa di essere sola,
immerso nel silenzio più rabbioso,
posso ascoltare il pianto di una stella lontana anni luce,
un pianto mescolato agli infiniti echi di parole di cui sono impregnate queste mura,
parole che servono unicamente a non capirsi.
Questo lavoro è di una bellezza maligna.
Nella quiete mi piacerebbe pronunciare il tuo nome,
e scriverlo,
ogni volta mi sembrerebbe di toccarti.
Mi piacerebbe.
Il turno è finito, l’alba sta per darmi il cambio,
un ultimo caffè dalla macchinetta automatica,
prendo la mia utilitaria,
è ancora buio fuori,
cerco l’ultima puttana ma non la trovo.
Torno nel mio appartamento al terzo piano,
la tapparelle sono perennemente abbassate,
qui dentro dormo solo,
non mangio, non leggo, non faccio l’amore,
dormo solo,
dormo quando gli altri mangiano, leggono, fanno l’amore.
Mi sfugge la relazione che c’è tra me e quello che mi sta succedendo in questa vita,
la vita e gli esseri viventi sono due cose distinte,
la vita vive se stessa attraverso noi,
e quando ha finito di usarci non rimane che carne da buttare
e anime da riciclare per l’universo.
Mi infilo sfatto nel mio letto,
Non c’è più speranza per me,
“di tutti i nostri sentimenti l’unico che non è veramente nostro è la speranza".
La speranza è propria della vita, è la vita che si difende.
Ma sono tranquillo,
ieri mi è capitato lo stesso,
e domani mi ricapiterà,
tutte le cose che conosco si riempiranno di aculei,
ed io non potrò che toccarle con dolore.
Mi hanno cucito in un sacco e buttato in fondo al mare,
ma posso stare senza respirare per anni,
anzi,
decenni.
Tutto brilla di luce nera, ora che dormo di nuovo,
i miei sogni sono tutto quello di cui oscuramente ho bisogno,
e a cui non riesco a pensare da sveglio.
https://www.youtube.com/watch?v=2xKwttyk4fI
a 2016
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